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      Chè i fratelli, quando fu mezzo in su, lo lasciarono ricadere ad un tratto, pump! e credendolo morto se ne andarono con le tre principesse. Ma il terzo fratello, non sapendo cosa fare, toccò la bacchetta. - «Cosa volete che si faccia?» - «Ah» - disse - «fatemi uscire da questo pozzo.» - Eccolo subito portato sopra. Tocca di bel nuovo la bacchetta. - «Cosa vuol che si faccia?» - «Fatemi il più valente, il più bello, il più istruito, il più ingegnoso giovane che mai sia stato al mondo.» - E subito, perchè prima era piccolo, divenne grande e forte. S'incammina e va finchè giunge nel Regno del padre delle tre principesse che avea salvate. Quando entra nella città, vede preparare una gran festa. E non poteva trovare alloggio. Si dovevano celebrar le nozze de' due fratelli suoi con due figliole del Re. Entra nella bottega d'un calzolajo. - «Posso io stare in casa vostra?» - «Sì, ma io non vi posso dare a pranzare.» - L'altro giorno il terzo fratello tocca la bacchetta: - «Cosa vuol che si faccia?» - «Io voglio un cane forte.» - Ecco subito il cane. - «Vattene nel palazzo del Re e prendi la tovaglia dove stanno a pranzare, e fa cader tutto a terra.» - Il cane entra nel palazzo e fa come gli era ordinato.
      Disse il Re: - «Questa è una gran disgrazia. Guardie! un altro giorno non fate più entrar quel cagnaccio.» - L'altro giorno il terzo fratello tocca la bacchetta. - «Cosa volete che si faccia?» - «Un cane più forte ancora.» - Ecco il cane. - «Mettiti sotto la tavola dove pranzano e levati in su, che si rovesci la tavola.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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