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      Il coco le porta al palazzo e le conduce a Sua Maestą. Maestą gli dice; - «Ditemi, ierisera, alla tal ora, o dov'eri[5] voi?» - Dice: - «Al fiume, a lavare,» - «E cosa parlavate voi ierisera al fiume?» - La maggiore: - «Io dissi: Oh, se Sua Maestą mi desse per moglie al suo scudiero, vorrebbe vedere le cose come anderebbero!» - La seconda: - «Io dissi: Oh, se mi desse al suo maestro di casa, non andrebber come le vanno le cose!» - La minore: - «Io dissi: Oh, se Sua Maestą mi sposassi, gli vorrei far tre figli: due maschi e una femmina. I maschi latte e sangue co' capelli d'oro; la femmina di latte e sangue co' capelli d'oro e una stella in fronte.» - «Bene!» - risponde Maestą. - «Sarą fatto quello che voi avete chiesto. Voi sposerete il maestro di casa; voi, lo scudiero; e voi sarete mia sposa. Ma con questo, se non saranno eseguite quelle cose che voi avete detto, pena la morte.» - Concludon le nozze, fanno presto, gua'. La moglie dello scudiero in pochi mesi, eh! c'eran le scuderie che non parevan pił quelle affatto: ricche, belle, per bene, i meglio cavalli. La moglie del maestro dicasa gl'interessi andavan benone, di bene in meglio. Il Re era contentissimo: la sua sposa era rimasta incinta. Lasciamo quand'era gią su' sette mesi la sposa che era incinta, un cugino del Re gl'impone guerra. Ma, per tornare un passo addietro, aveva due sorelle questo Re. Dovette andare alla guerra e lasciar la sposa: come si fa? Dice addio alla sposa: - «Ricordati quel che t'hai promesso» - gli dice.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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