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      Fategli bell'accoglienza e invitatelo a desinare. Avete vo' capito?» - «S'è capito, sì, sì, e si farà come ci avete detto.» - E la vecchia se n'andò via. Passato un po' di tempo, ecco si sentono de' corni di cacciatori. Arriva il Re e vede in fondo al bosco quel bellissimo palazzo dov'erano alloggiati i tre bambini. Dice: - «Oh! che palazzo è questo? Chi se lo pol'aver fabbricato, se nonc'era qualche settimana fa, quando venni a caccia per queste parti? Vo' sapere di chi è.» - Subito corre al portone e picchia e gli aprirono i bambini. Lui rimase a vedere quelle tre belle creature tutte bionde, e le bambine colla stella in sulla testa; e però diceva in tra di sè: - «E' paion quelle creature che m'aveva impromesso la mi' moglie!» - I bambini lo fecero entrar dentro e lo menarono a visitare il palazzo e tutte le ricchezze e maraviglie che c'erano; e lui non rifiniva mai di guardare e rimaneva a bocc'aperta insenza poter parlare: e poi anche non sapeva farsi una ragione, come que' tre bambini fossero soli, perchè non gli era riuscito vedere punti servitori, nè padroni grandi. Da ultimo il Re stava per licenziarsi; ma i bambini gli dissero che lo gradivano a desinare con loro, e lui, nella speranza di conoscere il babbo e la mamma de' bambini, acconsentì a restarci. Colla mazzetta impertanto il bambino maggiore fece comparire una tavola bell'e apparecchiata, che non ci mancava nulla, e proprio da Re; e all'ora di mangiare i bambini invitarono il Re nella sala e lo fecero mettere a sedere: sicchè desinarono allegramente con di molti discorsi, e i bambini raccontarono al Re che loro non sapevano chi fosse il loro babbo e la loro mamma, e il Re si confondeva a tutti que' racconti.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708