Pagina (181/708)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      » - Eccoti che vanno a cena. Il padre dice: - «Andiamo, andiamo a cena, a mangiare, scioccherelle.» - Venghiamo a il Re che stava ad aspettare i servitori. I servitori non avevano il coraggio di presentarsi a Sua Maestà, stavano lontani. Li chiama: - «O come è andata?» - Si buttano a' piedi: - «Così e così!... Ci ha buttati tanti quattrini!...» - «Vili! che non siete altro» - dice. - «Avevi paura di non essere ricompensati?» - dice. - «Ahn? bene!» - dice - «domani sera, pena la morte se voi non istate attenti.» - Venghiamo la sera dopo, c'è la solita festa. Dicono le sorelle: - «Stasera verrai, eh, Ceneren
      tola?» - «Oh!» - dice - «non mi seccate! Io non ci voglio venire.» - E suo padre le grida: - «Oh, quanto siete seccanti! Lasciatela stare!» - Eccoti le si mettono ad abbigliarsi, figuratevi, più meglio dell'altra sera; e vanno via. - «Addio, sai, Cenerentola!» - Eccoti la Cenerentola, quando le sono andate via, la va dall'uccellino: - «Uccellin Verdeliò, fammi più bella ch'io non so'.» - La vien tutta vestita di verdemare; ricamate tutte le qualità di pesci del mare e poi brillanti mescolati che non si pol credere, ecco. L'uccellino gli dice: - «Prendi due sacchetti di rena. E quando» - dice - «sarai perseguitata, buttala fora.» - Dice: - «Così, rimarranno ciechi.» - Così la fa: la va via, si mette in carrozza e la va alla festa. Eccoti Sua Maestà che la vede, mah! subito si mette a ballare con lei e balla quanto può ballare, ecco! Dopo che l'ha ballato quanto poteva (lei non si straccava, ma lui si straccava!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Sua Maestà Ceneren Cenerentola Cenerentola Verdeliò Sua Maestà