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      Dice: - «Andate via, vecchia porca!» - Ma che son maniere quelle? Risponde la poera vecchia: - «Lei, la facesse un porco!» - Giusto era gravida. La partorisce e fa un porco! Figuratevi che bisbiglìo nel palazzo che ci fu: non si poteva spiegare. La Regina non faceva che piangere ricordandosi della parola detta: - «Eh!» - diceva - «Iddio mi ha castigata!» - Il porco cresce e lo mettono nel giardino. Che volete farne nella casa? Ma sotto questo pelo di porco era un giovinotto, un omo, aveva sentimenti come noi. Lì vicino c'era marito e moglie che avevan tre ragazze. Il porco vede queste belle ragazze e se ne innamora: pur che ne abbia una! E non dava pace di sè; urla; mugolìo[2]; non voleva mangiare; si spiegava che accennava in là; s'avvidero che voleva una di quelle ragazze. Andiedero a dire ai suoi genitori che una delle figliole bisognava che la prendesse questo porco, che li facevan ricchi. La minore dice: - «Io non lo voglio.» - La seconda l'istesso. La maggiore dice: - «Lo prenderò io per far felici il babbo e la mamma; io non guardo, io mi accordo.» - Che volete? lì non si fa sposalizio; altro che la sera andava a letto con questo porco senza andare a fare le cerimonie: se era una bestia! Quando gli è in camera, il porco serra e gli viene un bellissimo giovinotto. Lei urla che la voleva il porco, non voleva quello: - «Ah no! no! io ho sposato il porco; voi non vi conosco.» - «Ah» - gli dice - «abbi da sapere, sono io il porco, che per la superbia di mia madre mi trovo in questo stato.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Regina