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      Quando l'ha fatto un pezzo di strada, un pezzetto, la trova una vecchina. - «Ma dove tu vai?» - «Vo' a riportare lo staccio alla fata.» - «Ma ora c'è di molto da camminare ancora.» - «Appunto,» - dice - «questa gita non la farei io.» - «Tu troverai» - dice la vecchina - «una piazza con un palazzetto di quattro finestre: gli è appunto il palazzo della fata. Ma fa adagio, sai? c'è le scale di vetro;» - gli dice l'istesso come all'altra. - «Dopo che tu hai salito, troverai delle donne che ti chiameranno a cercare e ti domanderanno dopo: Icchè tu trovi? Tu hai a dire: «Perle e diamanti.» - «Sì, sì.» - La vecchina gli dice tutto l'istesso come a quell'altra e poi: - «Addio!» - «Addio!» - La ragazza la va via, arriva a questa casa e sale. E principia, bruntuntun, bruntuntun, a salire; e spezza tutte le scale, le rompe. Salite le scale, la trova un uscio: - «Vien qua, poerina, vieni a cercarci.« - «Sì, pare che sia venuta a cercarvi! Cercatevi voi; io non vi vo' cercare!» - Ma poi la si mette a cercarle. Dicono: - «Cosa trovi?» - La risponde lei, con rispetto: - «Cimici e pidocchi.» - la gli dice. - «E cimici e pidocchi avrai» - gli rispondono. La va su, proprio dalla fata, picchia. - «Chi è?» - «Se m'ha mandato la mamma a riportar lo staccio!» - «Brava! passa passa, vieni bambina.» - E la conduce nella stanza di questi vestiti, di questi cappelli. - «Quale tu voi di questi?» - dice la fata - «Guardali bene.» - Lei la va e sceglie il più bel vestito ed il più bel cappello. - «No» - dice la fata - vieni.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Icchè