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      » - Tornorono indietro e i' gatto andava sempre innanzi a i cavalli; loro sempre indietro; e gli accompagnò insino alla cantina. Entrorono drento e trovorono n'i' tino questa poera ragazza disgraziata, ignuda. I' Re l'ha riconosciuta, ha spogliato quella ch'era in carrozza, e ha vestito quella che era dentro a i' tino; e hanno messa n'i' tino quella che era in carrozza, ignuda com'era quella prima, e son partiti. I' gatto non l'hanno udito più. Dopo pochi minuti la sua madre ha cominciato a buttare delle pentole d'acqua bollente n'i' tino. La sua figlia diceva: - «Mamma, voi mi bruciate.» - La gli diceva:
     
      - «La mia figlia non sei tu.
      «La mia figlia è andata a marito,
      «Con sette anella in dito.» -
     
      E lei seguitava a dire: - «Mamma, voi mi bruciate.» - E lei rispondeva:
     
      - «La mia figlia non sei tu.
      «La mia figlia è andata a marito,
      «Con sette anella in dito.» -
     
      Ha seguitato a buttar acqua bollente insin in quanto non è stata estinta. Quando non ha sentito più parlare è andata giù a volerla levare. Credeva che la fussi la sua figliastra; e invece era la sua figlia. Non sapeva come fare per dillo a suo padre. L'ha vestita, l'ha portata in casa, l'ha messa a sedere sopra una seggiola, sopra alla porta di casa, con la rocca allato, figurando di filare. Arrivando a casa suo padre, era sull'uscio di casa a sedere sopra la seggiola. Suo padre ha detto: - «Cosa fai costì a sedere? Sei sempre a dormire! tu non lavori mai?» - Appena che lui gli ha toccata una mano, è caduta in terra. La sua madre s'è messa a gridare, dicendogli che lui gli aveva ammazzata la figliola.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708