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      E la sua finestra, di questo marito e moglie, rimaneva sull'orto delle fate. Questa donna era incinta. Un bel giorno s'affaccia alla finestra, e vede un prato di prezzemolo, il più bello! Lei sta attenta che le fate le vadan via, prende la scala di seta e si cala e si mette a mangiare il prezzemolo a tutto spiano. Mangia, mangia, poi la risale la scala, serra la sua finestra e via! Ogni giorno faceva questa storia. Un giorno le fate passeggiavano in giardino: - «E dimmi» - dice la più bella - «non ti pare che manchi del prezzemolo?» - Dicono le altre: - «E forse poco ne manca! Sai quel che si farà? Si figurerà di andare fòri tutte; e una si rimarrà niscosta; perchè qui c'è qualcheduno che viene a mangiare.» - Le fate le figurano di andar via tutte e la donna si cala a mangiare. Quando l'è per ritornare in su, la fata gli sorte di dietro: - «Oh briccona» - dice - «ora ti ho scoperta, eh?[2]» - «Abbiate pazienza» - dice questa donna - «io sono gravida; avevo questa voglia....» - «Ebbene» - dice la fata - «Ti sia perdonato. Senti, se tu fai un bambino, tu gli hai a mettere nome Prezzemolino; se tu hai una bambina, Prezzemolina; e, come è grande, la si vol noi: è per noi, via, non è più tua.» - Figuratevi questa donna! un dirotto pianto, dicendo: - «Malandrina la mia gola, la mi è costata assai!» - Dal marito era sempre rimproverata: - «Golaccia! l'hai visto?» - La partorisce la bambina e gli mette nome Prezzemolina; e quando l'è grandettina, la la manda a scuola. Le fate, tutti i giorni che la passava, gli dicevano: - «Bambina, dì alla mamma, che la si ricordi di quella roba.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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