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      » - Questo assassino discorreva tanto bene e tanto bono, che faceva questa interrogazione per dargli la figliola, questo Re. Dice: - «Io son giovinotto. Pagherei» - dice - «per trovare una ragazza per bene, che non avessi tanti capricci. E sa» - dice - «sono uno che non cerca di dote, io, perchè io non ne ho bisogno. Voglio solo una bona ragazza.» - Questo avaro che sente che non prende dote, dice: - «Anch'io ho una figlia, che so che io pagherei per maritarla bene a un giovane come Lei. La vol vedere?» - dice. - «Volentieri» - dice l'assassino - «la vedrei.» - Maestà manda a chiamare la figliola, e lei la vien giù. - «Che comanda, signor padre?» - «Lo vedete quel giovane?» - «Sissignore» - la dice. Fa il complimento. - «Lui» - dice Maestà - «vi chiede in isposa.» - Eh! poerina, la non aveva volontà. La non dice nè sì, nè no, gua'! Gli domanda se lui gli chiedeva qualcos'altra, e torna nelle sue stanze la ragazza, piangendo. Maestà dice all'assassino: - «Le piace?» - «Eh» - dice lui - «Molto mi piace. Io sono contentissimo. Quando è contento Lei, è accomodato tutto.» - «Dunque» - dice il Re avaro - «domani l'aspetto a pranzo da me.» - Questo va via, e Maestà manda a chiamar la figliola: - «L'avete veduto quel giovane? Vi ho detto anche dianzi che quello ha da essere il vostro sposo.» - «Signor padre» - dice la ragazza - «Lei non ha che una figlia sola. La marita senza sapere chi è chi non è. Potrebbe anche essere un....» - fa come dire: un briccone. - «Chetatevi!» - dice il Re. - «Vi do uno schiaffo.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Maestà Maestà