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      » - Va su e l'ammazza senza far discorsi. Giorni dopo, viene a Firenze; e va dalla cognata e dal sòcero; e picchia: - «L'è quì mio cognato; ma non ha la sorella, babbo.» - Dice: - «No?» - Risponde la ragazza: - «No.» - e tira su la corda[2]. Dice l'assassino: - «Dunque; vo' avete da sapere....» - «Oh, le sorelle?» - «Vo' non le riconoscereste. Le sono ingrassate tutt'e due, così; specie la me' cognata! E vole, che la veniate anche voi; e poi tornerete tutt'e due insieme.» - Dice il padre: - «È impossibile!» - Dice: - «Io non posso rimaner solo!» - «Ed io Le prenderò una donna, che La custodirà.» - Prende una donna; e gli lascia uno sborso di quattrini a il padre e gli procura una donna per custodirlo. E va via con questa ragazza; e arrivano a il palazzo: - «Evviva! Evviva!» - Figuratevi, che festa facevano gli altri assassini. Ma lei, la dice: - «Dove sono le mie sorelle, dove sono?» - «Eh mangiate! alle sorelle c'è tempo.» - «Eh non mangio, quando non le ho vedute.» - «Ebbene, conducetela a veder le sorelle.» - Aprono la stanza mortuaria: e gli dice: - «Vedete le vostre sorelle? Perchè nojaltri gli si diceva, che ne aprissero, e loro dormivano, noi le si è ammazzate.» - «Bravi!» - dice - «Hanno fatto bene! Briccone, a non obbedì' questi signori!» - «Abbiate da sapere, che fra due giorni nojaltri andremo via; e si starà dieci, dodici giorni. Quando si torna, bisogna che ci aprite subito, altrimenti vi si ammazza. Dormite il giorno innanzi.» - Eccoti, vanno via dopo due giorni; e la ragazza riman sola.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Firenze