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      E ci sortì un'altra signora, che era più bella della prima, e chiese di vestirsi. Quando la signora fu tutta vestita, gli mancava il pettine. Il Principe al pettine non ci aveva pensato e la bella sparì. Finalmente aprì la terza; ci sortì un'altra signora, che era più bella di tutte le altre. Chiese di vestirsi. Fu vestita. Chiese il pettine. Il Principe le diede anche il pettine; e non mancandogli altro, decise di condurla alla corte. Però, pensa che non era conveniente di condurla a piedi; e disse: - «Io anderò a prendere delle belle carrozze. Dove ti lascerò?» - Alzando gli occhi la vide un albero foltissimo. Dice: - «Bene, monterò lassù, e intanto mi pettinerò.» - E così fece: montò sull'albero e si mise a pettinare. Il Principe andò a prendere tutto il corteggio. Sotto l'albero ci era un pozzo; poco distante dal pozzo una casetta, ove abitavano tre ragazze tutte brutte[4]. La maggiore prese la brocca e andò a attinger l'acqua al pozzo, ove rispondeva l'immagine della principessa sull'albero. Nel tirar la brocca, vide quella bella immagine, credette d'esser sè stessa, buttò la brocca e se n'andò. Tornando a casa, disse: - «Tutti mi dicono che io son brutta, ma io son tanto bella; e l'acqua non l'ho voluta tirare.» - La seconda fece lo stesso della prima. La minore, più furba di tutte, alza la testa e vede la bella principessa sull'albero. E disse subito: - «Signora, verrò a pettinarla.» - E salì. Si mise a pettinarla, e quando era già pettinata, gli mise uno spillo nella testa.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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