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      Noi, de tanta novitade fatti attoniti, suspensi alquanto, perchè natando sulcauano le acque presti e leggieri, e non potean da alcun tormento per acuto o graue, che fosse, esser dannegiati, pensamo inusitato modo, de superare questi peruersi, iniqui e scelerati. Demo buon animo dunque alli nuoui amici, promettemoli uittoria; e certificamo lor salute. Ascolta, amico mio, cosa mirabile e de che maniera. Fessemo una rete, larga de passi pur assai, e longhezza tanta, che la insula tutta circondaua, de mistura ottima, che abrusia dentro l'acqua e conferua ogni liquore, de solfore dico, salnitrio, bitumine, oglio de sasso, camphora, rasa, oglio de lino, e simigliante cose. Non tanto presto la rete fo distesa, che ecco per le onde, equalmente natando uenia la mala gente, con impeto de ululi, e squassar nell'acqua con le bracce, testa, gambe e piedi. Spumaua il mare, l'aere deuenne nubilo, la terra tutta incominciò tremare. Spauentaronsi li nostri hospiti. Ma noi, sicurati dall'arte, demo segno de uittoria. Finalmente gionti al lito uniti e in fretta, tutti in poco d'hora se insaccaro nella rete. Li ministri, che ciò aspettauano, impicciato il foco per ogni parte, in uno istante la materia atta seguì suo potere: per la qual cosa in fiamma, fummo e cenere, si conuertì ogni magico e infesto lauoro. Allegri dunque li acquistati amici, a merauiglia ferno festa con suoni e canti, giuochi anchor diuersi, secondo lor costume. Noi, per spatio de quindeci giorni, se dilettamo tra costoro: ma la natural uolontà del sapere, pongendo, spronaua accelerar in altra parte nostro camino.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708