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      Fornimosi dunque de quello bisognaua et delle mirabilitate, dal paese fessemo partita.
      Desio. No te rencresca narrar alcune degne cose.
      Piacevolezza. Te uoglio compiacere. Tollessemo molti uccelli, quali due uolte il dì, (cioè mattina e sera ordinariamente) in aere se elevando, suolano; e con la bocca aperta, receueno le nebule, uento e fumo, cibo proprio de simili animali, con li quali se nutricano, crescino, e ingravidano poi. E lor parto è oue, che, poste in mare, con il moto delle spesse onde, la dura scorza nel lito limano. Finalmente rotta, produceno tauri bianchi e piccolini, quanto un porco de mezza statura ciascuno. Questi se notricano de nebule, fumo e uento anchora; e, con le corne, la soda terra rompeno e sulcando arano; nelli quali solchi il superfluo, che de lor uentre esse, nascondino; e, in termino di sei mesi, preduce arbori, che fruttifican meloni, de grandezza d'una botte ognuno; nutrimento buono, come da noi si fa del pane. Ma delle seme ascolta marauiglia! le poneuano in acqua, che li radiaua il sole; e, per spatio de una reuolution lunare, sgionfauano; finchè, non possendo più la scorza estendere, se rompea; della quale sorgeuan arditi polledri, e, passato l'anno, eran apreciati corsieri.
      Desio. Tu non hai ditto come si chiamano, e in che maniera stan formati.
      Piacevolezza. Li pretermessi per esser più breue; ma, perchè te piace, ciò non mi chiami auaro, li uccelli son chiamati nefilophagi da Greci, li Itali nebuliuore appellano. Hanno questi testa e collo de gambello, de elephante il corpo, le suspendente ale a notule somigliano, piedi han quattro, con le ongie adunche, come li auoltori, la coda de anguilla, leue e nuda, eccetto che in cima, con la ponta reuolta, acuta, dura e uenenosa, coperta de minuto pelo, de color uario ciascuna piuma; tardi con li pedi, ma uelocissimi nel uolo.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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