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      Questi filano e tessino panni e tele de lino, lana e seta, de qualunque finezza e degno colore. Frequentano la insula tutti li circunuicini, ma non ui abitano molto tempo, perche quel'aere, a qualunque molto ui dimora, produce pedocchi grandi e rabbiosi, che tutto lo stracciano, magnano, e finalmente con la miseria lo uccide.
      Desio. O fortunati quelli, che a questa finitimi stanno! O sorte, e perchè non son io lì uicino habitatore! O beato te, Piaceuolezza, che de tante buone cose hai fatto proua!
      Piacevolezza. Noi del eminente pericolo aduertiti, de ciò, che era bisogno, condutto in naue, il terzo giorno, lasciati da parte li conuiuali liti, uerso oriente drizzauamo il camino, tuttauia con lo pomo e fuoco, a nostro uolere faceuamo la uela sgionfa. Così per giorni quindeci ne conuenne le onde sole e il cielo uedere, fin che una mattina al leuar del sole, uedemo un pesse de grandezza tale, che li occhi soli pareano due montagne, eleuate oltra mesura, lustri, scintillanti, e per entro se uedeano campagne, monti, con cittate, gli huomini anchora, e ogni loro opra. Tutti gli altri membri a questi correspondeano. Con la bocca aperta espettaua noi per ingiottirne con tutta la naue.
      Desio. Et che facesti uoi?
      Piacevolezza. Voltata in la destra parte la prora, con lo aiuto del pomo, come prima, e le castagne con il foco per nostro riparo uoltamo al pesse, e li facemo gran fortuna, exasperando le spumose onde in alto, che pareano toccar al cielo, fin tanto che della uista nostra fu occultato: quieti d'animo nauigando, lasciamo ogni paura.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Piaceuolezza