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      Defesesi, con audacia e potere, il nostro buon compagno, hospite fido, e curioso capitano. Questo et quell'altro sbattendo, hor con morsi uigorosi squassaua, hor stracciaua con le adunche e dure ongie, e aspramente feria anchora esso con la coda. Così, per spatio di tre giorni, durò l'aspra e marauigliosa guerra. Ma essendo solo e la moltitudine unita, che tutta uia li sopragiongea, remirando, se tirò da parte, disperato a l'ultima difesa. Noi, che per entro gli occhi uedeuamo ogni cosa, mettemo in ponto nostre artelarie; et con grossi e longhi legni la gran bocca li tenemo aperta. Il simile anchora quella uscita, che è dopo il uentre e tra la coda. Apri e serra, così in un tratto con il foco scrocamo le artellarie per ogni parte. Il romor fo mirabile e stupendo, multiplicosse la poluere e il gran fumo per tutta la mala regione. Li draghi feriti e morti forono assai, stropiati non pochi, e altri, perterriti dal nouo caso, fuggirono. Noi, conseguendo la incominciata uittoria, non mancamo con bombarde, fulminare per le selue tutte, spelonche e alte montagne. Per la qual cosa nelli folti boschi il foco fiammegiaua, e con l'aiuto de nostre castagne, spengemo il uento molto furioso, intorno girando, fin che de draghi ne parse hauer sufficiente la uendetta. Finita dunque, il nostro triumphalmente abbandonò la mala, iniqua e pessima regione; e, per molti miglia allontanato, se ritronò in la prouincia della Verità. Questa in alto sopragiace de una elleuata montagna, piana tutta e circulare, intorno ui stanno ombrosi boschi, de spineti assai; non è molto ampla, ma abbonda de marauiglie.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Verità