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      Ma la neue sottilmente la taglian a sfogli, e così distesa la tengono in parte, l'un sopra l'altro liggiermente stivati, e quando è il conflitto dalla parte settentrionale, se rompono in pezzetti: e qui più gravando cascano. Le grandine sono cristallo dal freddo anchor non confirmato, gravan nell'aere e discenden gioso. Li folgori intervengono, con li tuoni, quando battaglian questi gran signori tra loro; li serui in quello stretti l'un l'altro furiosamente batte e percote; infiammase l'aere per la fretta, e giù da noi risplende, le botte per il vacuo intonano, e ui fan tanto stupidi mirare. Li udri si rompono per il forte sorbire; fugge il uento, che iui se aprende, e discorre per le parte qui da noi. Sappi più oltra, che l'aere, così spatioso, è tutto abitato de cose uarie, quanto cape la terra e mare. Dall'in giù le seme descendino; fruttifican poi, secondo son locate. Più che circonda sta lo antiquo drago, qual tutto de occhi scintillanti suo corpo adorno riueste, gionge la testa con la coda, li piedi ambi, e tutto couerze con le ale. Vno occhio solo ha in fronte, grande, lustro, claro e bello. Vn altro può in la ponta della coda, qual uoglie et riuoglie spesso e l'affatica. Con questi e con li altri, anchor con quelli, che da qui non si uedeno, mira nell'aere, nella terra e nel mare: così a suo modo le regge e diletta. Quando questo antiquo, uicini esser ne comprese, sdegnato forte sguardò nell'aere e tutto il commosse. Per fuggir dunque, il nostro Duce, in questo et in quell'altro lato uolgendo giraua, ma non potea oltra passare, perchè il tutto intra sè abbraccia.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Duce