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      » - A quel discorso tutti si dettano a cercare per le tasche, e il Re lo trovò in nella sua. Guà, poer'omo! diventò rosso come un carbone acceso dalla vergogna. E, doppo un pezzo, che strolagava chi gli aveva fatto quel brutto scherzo, la su' figliola gli disse: - «Caro padre, non vi state a confondere a cercare chi è stato, e non vi sbigottite: ma arricordatevi, che anch'io non sapevo chi m'aveva ingravidata, e in ogni mo' e' mi conviense di star serrata nella torre per vostro comando e pigliar poi lo sposo, che m'avete trascelto. Il cedro in tasca vi ce l'ho messo io.» - Il Re, a questo rimprovero, non ci arrispose. Ora, per tornare un passo addietro, bisogna sapere, che, quando Gianni andette per l'ultima volta dal Pesciolino, il Pesciolino gli disse, che lui partiva per un altro paese, ma che non voleva dibandonarlo. E però gli fece il regalo d'una lampana d'ottone; e, a stropicciarla, questa lampana, subbito appariva tutto quello, che Gianni bramava; ma lo pregò d'essere di molto prudente e a badare di non perderla la lampana, insennò non c'era più rimedio; tutto l'incanto finiva200. E siccome Gianni del possesso non n'aveva, tutte le su' entrate le cavava dalla lampana; pagava i mercanti a mesi; una stropicciatina alla lampana e la lampana buttava i quattrini secondo il bisogno, per le carrozze, per i cavalli, per i servitori, in somma per ogni spesa giornaliera; e così tirò innanzi per un bel pezzo. Ma, per su' disgrazia, Gianni la testa non l'aveva sempre con seco, e po' colla su' moglie non ci steva troppo d'accordo.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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