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      » - E se lo tiene per sè, che lei questo Leombruno se l'avea fatto per suo legittimo sposo. Era ben servito e ben corteggiato di tutto quello, che lui voleva. Passando il mese, passando quell'altro, madonna Chilina dice: - «Caro Leombruno, io vi ho da dire una cosa.» - «Dite pure quello, che voi comandate.» - «Abbiate da sapere, che io sono nel vostro interno; conosco il vostro pensiero, che voi avete. Spiegatemelo un poco per vedere, se io sbagliassi. Quanto paghereste di andare a fare visita a il vostro signor padre, alla vostra signora madre e a tutti undici i vostri fratelli?» - Dice: - «Regina....» - «Domani mattina troverete preparati i regali, che dovete dare al vostro signor padre, alla signora madre e agli undici vostri fratelli.» - La mattina si alza Leombruno220. Alzata era anche madonna Chilina; dice: - «Vedi, caro Leombruno, questo è il regalo, che io mando a mio socero, a mia socera e a i miei undici cognati. Tieni, ti consegno le chiavi a te. La più grande è del tuo signor padre; una cassa più minore va alla tua signora madre; e giù giù insino alla coda de' tuoi fratelli, vanno a diminuire in più piccolo. Senti, Leombruno, te consegnerai le chiavi al tuo signor padre, alla tua signora madre e a' tuoi undici fratelli; guarderanno quello, che io gli ho mandato. E diventeranno ricchi strafondati e si compreranno la croce da cavaliere, si compreranno lo spadino, si compreranno ville e poderi e diventeranno signoroni. Vedrai il tuo signor padre, essendo diventato tanto signore, ti menare ai divertimenti, agli spassi, a questa festa, a quell'altra, a divertirti e tutto.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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