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      Gli apparisce. - «È questa la vostra legittima sposa?» - «No.» - «Oh! e allora?» - E gli sparisce. Va a dir di no, testa di tinca anco lui! poteva dir di sì. Rifrega la seconda mattina l'anello a il muro. - «Comandi, signore.» - «Comando, che indispensabilmente apparisca la mia legittima sposa.» - «Se quella era bella, la prima camerista, che gli aveva mandata, gnene manda un'altra più bella assai, che la prima, che gli aveva mandata. Apparisce lì. - «È questa, signore, la vostra legittima sposa?» - «No.» - Gli fa il visocúlo, gli volta il sedere anco questa e gli sparisce la seconda di quelle damigelle di corte, che madonna Chilina aveva. - «Signor cavaliere, domani è l'ultimo giorno. Quì in questo gran salone sia rizzata la ghigliottina, perchè dovete lasciar la testa, se non apparisce la vostra legittima sposa, che voi dite.» - La terza mattina, che lui è nella stanza del Casino dei Nobili, si raccomanda fortemente; e prega, che gli apparisca di vero zelo la sua legittima moglie, sennò lui è tradito, ha la morte. Fregando l'anello al muro, lì, la gli apparisce lei. - «È questa la vostra legittima sposa?» - «Sissignori.» - «Oh una volta s'è veduta!» - La va lei, gli strappa l'anello d'il dito, gli lascia andare un manrovescio e sparisce: - «Addio, l'hai avuta la sposa!» - Sparita, che l'è, lui se ne va via con il signor padre insieme, piangendo e sospirando: - «Cosa piangi e cosa sospiri, caro figlio mio? Hai portata tanta ricchezza; c'è da vivere tutti nojaltri, e poi, prendendo moglie i tuoi fratelli, con tutti i figli loro.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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