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      Che le muraglie le sono tanto alte, che le genti, che passan per la strada, non hanno campo di poter occhiar nessuno.» - Bisogna ritornare ora a quello, che aveva fatta la scommessa, a i' signor Giuseppe, che gira in giù, in sù, in qua, in là e non poteva mai occhiar la moglie del signor Giovanni, neppur vedella. Si combatte un giorno, che il signor Giuseppe andava in sù, in giù, disperato; gli pareva, come se fosse un pazzo il signor Giuseppe. Siccome in su la cantonata prossima alla porta d'ingresso del signor Giovanni, c'era una vecchia a sedere sur una seda, nel vedendo il signor Giuseppe, fa questa vecchia: - «Eh, signor Giuseppe, eh! che vol dire a diventar vecchia! la non mi guarda più in viso!» - «Eh vai, ho altre cose nella testa, a guardare in viso te.» - «Ma La dia retta, signor Giuseppe; ma che ha Ella in testa?» - «Quel, ch'io ho, non te lo posso spiegare a te, impacciosa, che tu non sei altro.» - «Ma La dia retta: ma se io nella cosa, che ha nella testa, Le potessi rimediare, oh che non rimedierei? o che non rimedierei?» - «Che vuoi rimediare?» - Vecchia maligna, che è questa! - «Ma La senta: ma mi dica qualcosa!» - «Vuoi, che ti spieghi il tutto? Te lo spiegherò. Abbi da sapere, che io feci una scommessa con il signor Giovanni di Costantinopoli di stare almeno dieci minuti con la sua sposa: così non si riesce davvero! L'è una cosa da nulla, sai? Ho messo la testa: che, se ci sto, la testa del signor Giovanni; se non ci sto, la mia testa paga.» - «Uh! poero signor Giuseppe, la testa sua non deve pagare.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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