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      Oh! badate la bella sorte degl'innamorati! Fiorindo arriva nella città del Re del Portogallo, e 'ncontra appunto Chiara Stella, che spasseggiava colla su' guardiana in certi chiostri. E quando si veddano, che feste! che allegrie! Fiorindo gli sporse la lettera di su' padre; ma Chiara Stella n'ebbe sospetto; e insenza cancugnare, l'aprì e ci lesse drento quella po' po' di birbonata. Figuratevi, che pena! Imperò non perdette il giudizio. Lei scriveva come su' padre; e strappò quella brutta lettera e ne scrisse un'altra, in dove ci diceva: - «La mi' brama è di sposare Chiara Stella a un valoroso cavaglieri. Fatela tra una settimana giocare alla giostra, e chi la vince, sia sua.» - A male brighe, che il Re del Portogallo gli ebbe in nelle mane questa falsa lettera, bandì la giostra per tutto il Regno. E ci accorsano principi, baroni e cavaglieri di cartello. In quel mentre, Chiara Stella fece, che Fiorindo anco lui addimandasse di giocar la giostra. Ma al primo e al secondo combattimento non ce lo volsano, perchè lui non era cavaglieri; sicchè dunque Chiara Stella, con uno de' su' gioielli, essendo lei figliola di Re e erede del trono, lo nominò cavaglieri e lo mandò pure lui alla giostra. E ci si diportò tanto da virtudioso, che vinse tutti, e bisognò dargli per isposa Chiara Stella. E s'era per far le nozze, che a un tratto comparì un corrieri con una lettera crociata di nero. E ci diceva, che il Re di Spagna era morto, e Chiara Stella doveva regnare. Che bella combinazione! Tanto quel, che è scritto lassù e' non c'è modo di scansarlo!


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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