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      Allora scendono leste anco le donne, e tutti insieme, alla meglio, cercano di scappare a piedi fori di quella macchia. E arrivati in un logo aperto, strafelati dal correre, Pietro con delle frasche fece un capannotto; e lì si messero a riposare al coperto il restante della notte. Quando fu giorno, Pietro si leva su e vede alla lontana una fonte d'acqua viva: piglia lo stioppo, che mai lo lasciava, e ci s'avvia per lavarsi. Arrivato, che fu alla fonte, si cavò il cappello di capo; e sopra ci messe un anello con un brillante, che teneva in dito, per meglio sciacquarsi le mani e il viso. Ed eccoti, che in quel mentre, che si lavava, viene volando un uccellino, gli becca l'anello e poi va a posarsi su di un frutto. E Pietro, abbrancato lo stioppo, corre diviato per tirargli. Ma l'uccellino, quando lui s'impostava, via su di un altro frutto più lontano; e quello dietro. Insomma corse Pietro tutta la giornata e non potette mai tirare all'uccellino; sicchè finalmente l'uccellino s'appollaiò su di un frutto, quand'era notte, e tra le foglie non si vedeva più. Allora Pietro ci si messe a dormire sotto, col pensiero d'ammazzarlo, a mala pena si levasse il sole. E difatto, a levata di sole, Pietro stava di già impostato per tirare all'uccellino. Ma questo gli scappò daccapo; e, di frutto in frutto, lo menò per insino a un muraglione altissimo e lo traversò, sicchè Pietro lo perdette di vista.[3] Pietro, disperato, si messe a girare intorno al muraglione, per cercare se ci fosse un'entrata: ma porte non ce n'era di nessuna specie; soltanto un grand'albero, da un lato, aveva un ramo sporgente sul muraglione.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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