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      » - Il Re s'impazientiva: - «Non è nulla. Spogliatevi e buttatevi giù, chè ci si sta tanto bene. Che disgrazie volete, che ci sieno?» - In quel mentre si sente un rumore; scrama Fanta-Ghirò: - «Un cavallo, un cavallo alla carriera, con uno de' miei dragoni sopr'esso. Sta, sta. Deccolo.» - A male brighe il dragone gli viense dinanzi, gli diede la lettera di su' padre a Fanta-Ghirò; e lei fece le viste d'aprirla con gran premuria. E, quando l'ebbe letta, disse al Re: - «Mi rincresce, Maestà, ma ci sono delle cattive nove. Lo dicevo io, che que' gricciori eran un segno cattivo! mi' padre è lì lì per morire e mi vole rivedere. Dunque, bisogna, che parta in nel momento. Sicchè facciamo la pace; e, se volete, vienite a trovarmi nel mi' Regno. Il bagno si farà un'altra volta.» - Figuratevi, se il Re era disperato davvero, perchè lui proprio credeva, che Fanta-Ghirò fusse donna, e ci moriva sopra dalla passione. Ma gli conviense adattarsi al destino e lassarla andar via. Lei, dunque, passò prima dalla su' cambera; e in sullo 'nginocchiatoio ci messe un foglio scritto, che diceva:
     
      - «Fanta-Ghirò,
      Donna è venuta e donna se ne va,
      Ma 'mperò cognosciuta il Re non l'ha.»
     
      Quando, la mattina doppo, il Re gli andette in quella cambera per isfogarsi della passione, in nel girar gli occhi vedde il foglio e lo lesse; sicchè rimase lì di sasso, come un baiocco, tra 'l dispiaciere e l'allegrezza. Corre diviato da su' madre: - «Mamma, mamma! l'avevo indovinato, che Fanta-Ghirò era donna. Leggete questo foglio, che ha lassato scritto in sullo 'nginocchiatoio della cambera.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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