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      Ne riferirò due, ne' quali si equivoca sulla parola gobbo, che ha avuto ed ha anche altri significati. Il primo è cavato da Le piaceuoli , et ridicolose , Facetie , di M. Poncino , dalla Torre Cremonese. , Di nouo ristampate , con l'aggiunta d'alcun'altre, che nella prima , impressione mancauano. ,, In Venetia, M.DC.XXVII. , Appresso Girardo, et Iseppo Imberti. - «Si spendeva a quei tempi, nel Ducato di Milano, una certa piccola moneta; perchè era stata coniata sotto un Duca gobbo, Gobbo si chiamava; tre de' quali facevano un soldo. Il nome di cotal moneta, perchè pareva che fosse a disprezzo del Duca, fu causa, che si bandì. Furono nondimeno costituiti banchieri, che tutti questi simili danari ricevessero et gli tagliassero et all'incontro ne dessero il valore con altrettanta moneta d'altra sorte. Vide Messer Poncino per avventura un giorno su la Piazza di Cremona tre uomini di basso affare tutti tre gobbi; i quali immaginossi con l'occasione del sodetto bando di burlare in cotal guisa. Andossene dunque da loro et disse: Amici, fatemi di grazia un servigio. Venite per cortesia ad esser testimonî ad un instromento, che a quel banco là ho da trattare, che io ve ne restarò con obbligo. - Volontieri, risposero i gobbi; ma ben avremo di caro, che tosto ne sbrighiate, perciocchè abbiamo anco noi faccende. - Non perderete tempo, replicò Messer Poncino; ma in tre parole sarete spacciati. Così di compagnia giunti ad un banco, dove si cambiavano et tagliavano di quei danari gobbi, disse al banchiere Messer Poncino: Eccovi tre gobbi; datemi un soldo et a vostra posta tagliateli.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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