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      » - Rispose: - «Io voglio parlare a i' Re.» - Ma il soldato, avvisato già dalla prima sentinella, subito gli domandò della parte del denaro, che gli dava il Re. Angiolino, che già aveva pensato come fare, gli accordò tutto e fece passare parola a i' Re. Subito fu fatto passare. Arrivato Angiolino dinanzi a Sua Maestà, gli presentò questa meraviglia; e i' Re, veduto il pesce, esclamò: - «Dove mai hai tu trovato questo?» - Allora fu chiamata la Regi
      na, chè anch'essa lo vedesse. I' Re soggiunse: - «Dimmi qualche cosa te; di', che gli devo dare in premio di dono così grande.» - «Gli si pol dare cento scudi adesso e in seguito si aiuterà.» - Angiolino rispose, poi che fra sè pensò: - «Questo dono non l'accetto.» - «Oh! dunque, che cosa vôi?» - «Io voglio cento staffilate.» - «Come! siei matto o lo fai?» - Rispose la Regina: - «Dagli cento scudi e mandalo via questo citrullo.» - «Io ho già detto, che voglio cento staffilate,» - disse Angiolino: - «e, per intender meglio, cento nerbate.» - Dice il Re: - «Eh! se le vôi, te le darò.» - Fece chiamare quattro soldati; e gli ordinò, che preparassero tutto quel, che ci voleva, per dargli le busse in sala, acciò che tutti potessero vedere senza moversi da sedere. In un momento fu tutto portato e messo in esecuzione, e tutti sclamarono: - «Questo è matto!» - Allora dice il Re: - «Pigliate quest'omo e gli darete cento staffilate.»-«Sì, è giusta,» - dice Angiolino: - «ma una grazia.» - «Che grazia vôi?» - «Mi deve mandare a chiamare la prima sentinella.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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