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      » - «Sì, Sua Maestà.» - «E quanto gli hai fissato?» - «Tre paoli.» - Disse i' Re ai soldati, che gli dassero le dodici nerbate. Quello disse: - «I' ho comprato gli staffili e non le busse.» - Ma aveva detto, che gli aveva comprato; e per forza gli furon date e dovette pagare. A questo fatto tutta l'udienza accordarono che fosse premiato di cinque lire al giorno Angiolino e la moglie, e così andare a casa a stare allegramente. Angiolino si partì lieto e andò a ritrovare la Carolina. E fecero molta allegria ed una gran festa ed un bellissimo desinare; e fecero tutto l'invito dei suoi fratelli e sua madre, e tutti si godettero una tranquilla pace.
     
      La mia novella non è più lunga:
      Tagliatevi il naso e io mi taglio l'unghia.
     
     
      NOTE
     
      [1] Scritta a memoria e di propria mano da Pietro di Canestrino, bracciante del Montale-Pistojese; raccolta e comunicata dall'avv. prof. Gherardo Nerucci. Nel Fascicolo primo (15 Maggio 1835) de Le Ore solitarie, Opera periodica (Napoli) si leggeva il seguente Aneddoto firmato E. Bevere: - «Passava Re Carlo Borbone, ai tempi in che era in Napoli, per certa contrada268, ove scontrossi in un villano, che innestava non so qual albero. Re Carlo era cortese assai, e molto amante di que' della plebe; però alcun poco fermossi a risguardarlo, e s'intrattenne eziandio con esso lui a parlare de' pregi dell'albero, aggiungendo, per sola vaghezza di spirito, che volentieri ne avrebbe mangiato il primo frutto. Or avete a sapere siccome Carlo partissi per le Spagne, e siccome fu prodotto quel tale frutto da lui addimandato.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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