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      Si vedrą in breve come il capo dei Sabazi, impietosito dalle lacrime della fanciulla, e affascinato dalla sua fulgida bellezza, concepisse per lei fervidissima passione, talchč la schiava, commossa, ricambiava in breve i sensi affettuosi del guerriero, e pił tardi lo soggiogava in modo da rendersene assoluta padrona.
     
     
      L'idillio.
     
      Ed ora soffermiamoci alquanto dinanzi all'abituro eletto dal Nibbio a nido dei suoi amori, per assistere ad un idillio degno di essere celebrato da un poeta.
      La scena si svolge al limitare di un bosco, in riva ad un ruscello, presso una capanna contesta di rami d'albero, pochi mesi dopo il naufragio della giovanetta divenuta consorte del capo dei Sabazi.
      Ero coglie dei fiori e se ne adorna le chiome e il petto, indi si specchia, sporgendosi sull'acqua. Sopraggiunge non veduto il Nibbio, e si sofferma ad ammirare la donna. Appena questa si accorge di non esser pił sola, corre incontro al suo signore, lo libera dello scudo e della lancia, lo accoglie con giubilo ed affetto, terge il sudore della sua fronte.
      Al Nibbio, seduto sopra una zolla, Ero offre acqua per dissetarsi; poi, tolta dalla capanna una cetra, raccolta sulla riva fra i ruderi del naufragio, ne trae armoniosi accordi per dilettare il guerriero. Questi sembra rapito dalla venustą e dalla grazia della fanciulla e le dice: "la tua voce, i tuoi atteggiamenti, i tuoi sorrisi son per me cagione di incanto sempre nuovo; per te sola conosco la gioia e la felicitą, che io ignorai prima d'incontrarti". Ella risponde: "A me pare di non aver vissuto prima di conoscerti; non so pił sorridere, non so pił pensare, non so pił respirare se non per te, mio diletto.


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Fra le nebbie del passato
Cacce battaglie e amori degli antichi liguri
di Arturo Issel
Nicola Zanichelli Editore Bologna
1920 pagine 69

   





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