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      Nuove minacce d'invasione.
     
      Intanto sopravvenne un Ligure della montagna, rorido di sudore, per la corsa affannosa da lui fatta, e sollecitò dal Nibbio la facoltà di intrattenerlo da solo a solo. Allontanatisi alquanto dalla capanna, i due uomini conferirono a lungo a bassa voce. Quel Ligure era un messo, il quale, a nome dei suoi conterranei, annunziava come di là dai monti si addensassero forze romane, e come si potesse argomentare dalle loro mosse il disegno di una invasione della zona litorale.
      Urgeva provvedere per la comune difesa, ed era necessario di convocare in tempo le tribù confederate per affrontare il nemico, omai vicino e minaccioso.
      L'esortazione parve molesta e intempestiva al giovane capo. Tuttavolta, promise al messo di ottemperare al suggerimento, e, dopo avergli impartite le istruzioni che erano del caso, lo licenziò. Ritornato presso la sua donna, la informò brevemente del pericolo e non le fece mistero delle proprie preoccupazioni; quindi prese da lei commiato, con affettuose espressioni, lasciandola in preda a cupa malinconia.
      Nei giorni seguenti si moltiplicarono gli avvertimenti dei Liguri della montagna per segnalare l'atteggiamento sospetto degli stranieri, e l'avanzarsi dei loro esploratori.
      Il Nibbio, da canto suo, si affrettò ad avvertire della minaccia, non solo i suoi Sabazi e i vicini Ingauni, ma gli Epanteri, nell'estremo occidente gli Intemelii, verso tramontana gli Statielli, i Cosmorati, e, ad oriente, i Veturii, i Genuati, i Tigulii, gli Ercati, i Lapicini, i Garuli.


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Fra le nebbie del passato
Cacce battaglie e amori degli antichi liguri
di Arturo Issel
Nicola Zanichelli Editore Bologna
1920 pagine 69

   





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