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      «Figliuoli, - disse tristemente Gesù volgendo intorno sui suoi pochi fedeli gli azzurri occhi divini: - figliuoli, io sono con voi ancora per poco. Mi cercherete, ma ciò che dissi ai Giudei: «Dove io vo', voi non potete venire» dico adesso anche a voi. Vi lascio però un comandamento nuovo: di amarvi scambievolmente: amatevi l'un l'altro così, come io vi ho amato. Da questo tutti riconosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore uno per l'altro».
      Oh l'ingiunzione soave! Amarsi, cioè sorridersi, proteggersi, aiutarsi, compatirsi a vicenda: cioè espandere verso il fratello quel bisogno tormentoso e dolce dell'anima umana di donarsi, di piegarsi, di congiungersi nella luce alle anime sorelle per sentirsi paga e glorificar Dio! Il primo distintivo della nostra religione cristiana, così spesso fraintesa e tradita, anche da coloro stessi che più la dovrebbero comprendere ed onorare, è l'amore: l'amore che fa compiere i miracoli, che fa perdonare, che fa indovinare, che trova le parole della giustizia, della persuasione, della pace, della pietà. Facciamo di non dimenticare mai questo dovere nostro; questo fiammante emblema del nostro vessillo; amiamo Dio, amiamo la patria, amiamo gli uomini, tutti gli uomini, anche i malvagi, anche quelli che ci offesero e ci danneggiarono, anche quelli caduti nell'abbiezione così profondamente che la loro anima più non si ritrova sotto il cumulo del fango di cui sono imbrattati. Non neghiamo mai una parola, un soccorso, un perdono. Ricordiamoci che un atto generoso d'amore è più efficace del più profondo disprezzo per il ravvedimento, e che il perdono semplice e completo è l'atto che più vale presso Dio.


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Pagine mistiche
di Jolanda
Editore Cappelli
1919 pagine 168

   





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