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      Come il tralcio non può da sè dar frutto se non rimane nella vite, così neppur voi se non rimanete in me.
      Io sono la vite, voi i tralci, se uno rimane in me ed io in lui, questo fa gran frutto: perchè senza me non potete far nulla».
      Ecco dunque che il Maestro Divino raccomanda ai suoi adepti di rimanere in comunione spirituale con lui, per vivere della vita superiore e dare buon frutto. E come i tralci dal ceppo della vite, noi cristiani dobbiamo attingere dalla dottrina e dai comandamenti di Gesù gli elementi vitali e idealmente fecondatori.
      Poi volle infondere ai novelli apostoli, ai probabili martiri, nuova fortezza; tentò renderli consci della loro missione austera, ridestare in essi la fierezza, quasi, del sapersi perseguitati e combattuti in nome della lor fede:
      «Se il mondo vi odia - disse, - sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò ch'è suo. Ma poichè non siete del mondo, ma io vi elessi dal mondo, per questo il mondo vi odia. Rammentatevi della parola ch'io vi dissi: non c'è servo più grande del suo Signore. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi: se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a cagione del nome mio: perchè non conoscono Colui che mi ha mandato».
      Meditiamo, meditiamo le divine parole di Gesù che vedeva lontano nei secoli e le persecuzioni, e le derisioni, e le violenze e le vergogne del rispetto umano, e le diserzioni e le aspostasie. Il mondo, cioè la gente che vive solamente la vita superficiale, la vita dei sensi, non ama e non comprende coloro che vivono d'una vita più intensa e più alta nel segreto dell'anima loro, in eccelsa comunione con Dio.


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Pagine mistiche
di Jolanda
Editore Cappelli
1919 pagine 168

   





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