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      Allungata e rigida nel suo piccolo letto con le mani congiunte sul seno, la fanciulla giace senza palpito, senza sguardo, esangue. Ma la bianca apparizione si accosta, investita di tutta la sua divinità, e la chiama dolcemente nella lingua famigliare: Talita cumi - levati o fanciulla!
      «E subito la fanciulla si alzò».
      Oh la gioia incredula di sè stessa, dopo il pianto amaro! Il tumulto di dolore mutato in tumulto d'allegrezza! Il sorriso della risvegliata, la gratitudine benedicente dei genitori!
      Ma il Maestro, schivo d'ogni effetto pomposo, raccomanda il silenzio e pensa ancora a suggerire cose opportune per la risorta, e seguito dai tre discepoli fedeli si allontana quietamente, lasciando sui suoi passi una indescrivibile felicità.
     
      Ed ecco come l'evangelista Luca racconta un miracolo affine:
      «E avvenne il giorno seguente ch'egli si avviasse ad una città chiamata Naim e i suoi discepoli e una gran folla di popolo andavano con lui. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, si portava alla sepoltura un figlio unico di sua madre; e questa era vedova; e gran numero di persone della città l'accompagnava. Il Signore vistala, se ne mosse a pietà e le disse:
      - Non piangere.
      E avvicinatosi, poichè i portatori si fermarono, toccò la bara e disse:
      - Giovanetto, ti dico: levati su.
      E il morto si levò a sedere e cominciò a parlare. Ed egli lo rese a sua madre. Allora entrò lo spavento in tutti, e glorificarono Dio dicendo:
      - Un gran profeta è sorto tra noi, e Dio ha visitato il suo popolo».
     
      Questo episodio è ancora più commovente.


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Pagine mistiche
di Jolanda
Editore Cappelli
1919 pagine 168

   





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