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      La similitudine del sonno letargico dell'anima per significare la sua insensibilità all'obbligo della conversione o della purificazione era famigliare a Gesù che «morti» chiamava pur quelli completamente ribelli o sordi alla voce della Grazia. È la sola morte di cui insegna ad avere sgomento. Del resto, anche della sua fine parlava con calma grande e rassegnata, come di cosa inevitabile, ai discepoli fedeli. Quando nella cena in casa del lebbroso di Betania, il Maestro divino vide appressarsi una donna la quale gli cosparse il capo di prezioso unguento ai discepoli che sgridavano osservava: «Perchè inquietate questa donna? Ha fatto opera veramente buona verso di me... Quando ella ha sparso quest'unguento sul mio corpo, lo ha fatto pel mio seppellimento (Matteo, XXVI, 10).
      Tre volte Gesù predisse la propria Passione; e quando l'ora tragica venne, nemmeno volle che i suoi fedeli tentassero difenderlo: «Rimetti la spada nel fodero: perchè quanti daran di mano alla spada, periranno di spada. Pensi forse ch'io non potrei pregare il padre mio; e mi appresterebbe ora più di dodici legioni di angeli? Or come s'adempiranno le Scritture secondo le quali bisogna che avvenga così»?
      Anche in questo momento fiero e supremo della sua vita, Cristo offre a noi l'esempio della purezza del sentimento evangelico il quale non consente al fratello di macchiarsi del sangue del fratello; e, l'esempio del completo abbandono alla volontà di Dio. Se Dio aveva decretato che fosse quella l'ora preludiante alla fine della sua vita terrena, vano e presuntuoso era l'andare contro le disposizioni del Padrone della morte e della vita a cui non sarebbero mancati i mezzi soprannaturali se avesse occorso la protezione e la salvezza.


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Pagine mistiche
di Jolanda
Editore Cappelli
1919 pagine 168

   





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