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      Certo, non è come avevamo sognato nei fervidi anni della nostra preparazione alla vita.
      Allora, con l'anima piena di generosi entusiasmi di conquista, di fede salda nella nostra potenza di riuscita, inebbriati della forza e della bellezza dei nostri ideali di giustizia, di verità, il disseminare il bene sotto qualunque forma alletti di più, sia in opere che in parole, in ammaestramenti o in organizzazioni, sembra cosa facile e lieta, quasi, come una luminosa impresa di gloria. Chi deve essere tanto assurdo da precludere la via al bene? Chi deve essere tanto cieco o sordo per non profittare dei vantaggi che promette all'umanità? Oh, certo, tutto e tutti aiuteranno, e il mondo fiorirà come un giardino e si raggiungerà la vera felicità.
      E gli apostoli ardenti si pongono all'opera, sorretti dalla loro magnifica energia, dalla interna letizia di esercitare la missione voluta dal Signore.
      Ma presto, assai presto devono accorgersi d'una verità mostruosa, che sulla terra è più facile e vantaggioso fare il male, o almeno non impedirlo, che fare il bene e tentare di guarire il male.
      Seguire la corrente e l'esempio comune che avverte consistere la suprema saggezza nel soddisfare il meglio possibile i propri istinti e le proprie passioni, esigendo dagli altri moltissimo e dando meno che si può; vivere godendo senza curarsi dei dolori altrui, raccogliendo la maggior quantità d'onori, di ricchezze, di potenza, con tutti i mezzi leciti ed illeciti, purchè non si urti nel Codice e si salvino le apparenze: vivere così, chiudendo gli occhi per non vedere e scansando ogni molestia, si chiami essa pietà o dovere, è assai più facile che andare contro corrente, e cercar rimedio ai mali, alle miserie, e confortare i dolori, e svellere gli istinti brutali e combattere le passioni, e distogliere le anime dai facili piaceri per darle al dovere austero e duro.


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Pagine mistiche
di Jolanda
Editore Cappelli
1919 pagine 168

   





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