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      La necessità d'una vita monda e d'una semplice anima perchè Dio parli in noi e ci riconforti della sua celeste presenza, è ripetutamente affermata nei libri sacri. Uno dei più bei capitoli dell'Imitazione comincia così: «L'uomo si solleva con due ali sopra le cose terrene: cioè con la semplicità e con la purità». Infatti, non potrà essere capace di sacrificio, di elevazione, se non colui che segue la sua vita senza preoccuparsi degli ostacoli e delle impressioni altrui, e che si sente la coscienza in pace con sè stessa.
      «Se tu fossi buono e puro intieramente - si legge più innanzi - non avresti impedimento a vedere ogni cosa, e la capiresti bene».
      Anche questo, come è vero! Soltanto allorchè ci riesce di sgombrare l'anima da ogni caligine che ci ottenebra l'equa visione degli avvenimenti e delle cose, soltanto allorchè, attraverso al sacrifizio che Dio ci domanda e che ci pare troppo grande, riusciamo a far tacere il nostro egoismo, la ribellione dell'umana natura, ci appare in una zona di luce astrale la missione, il còmpito, che la Provvidenza ci assegnava e per cui è mestieri la rinunzia della nostra volontà.
      Abbandonarsi a Dio, come il fanciullo stanco e dolente si abbandona sul seno fido, protettore della madre, ecco la suprema sapienza, ecco la profonda dolcezza. Non tentare con resistenze inutili e orgogliose di aprirsi una strada diversa da quella che Dio segretamente ci addita; non sottrarsi con pusillanime cuore dalle prove per cui Egli vuol farci passare per temprarci, per farci più veggenti e più puri.


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Pagine mistiche
di Jolanda
Editore Cappelli
1919 pagine 168

   





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