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      Umilmente ella venne sulle tracce di Cristo: si spogliò delle ricche vesti e dei gioielli di cui tanto si compiaceva; si vestì come le povere donne che andavano ad attingere acqua alle fontane e ch'ella guardava altezzosa e beffarda. Sciolse i suoi lunghi dorati capelli, come nelle ore di duolo, e compì pubblicamente l'atto del pentimento espiatorio: assunse l'ufficio di schiava ai piedi del suo Maestro. Pubblico era stato lo scandalo destato dalla sua condotta, pubblica doveva essere la riabilitazione. E gli unguenti che odorano forse sotto al suo mantello chiuso, le ricordano quegli altri unguenti che sparse sui piedi di Gesù e rasciugò con le sue chiome in quel giorno memorando: i piedi che solo avevano percorso le vie della purezza, che si erano crudelmente insanguinati sul cammino di passione, e che ora, rivedrebbe inerti, straziati dai chiodi dell'infame martirio.
      Maria Maddalena lagrima silenziosamente, ma in cielo i piccoli cherubini esultano per quel pianto.
      Ecco, l'oriente si colora di rosa e di viola, un'aura fresca e pura accarezza i volti pallidi delle afflitte; gli uccelli si ridestano e pispigliano tra gli olivi pallidi e le tamerici: sui margini del sentiero luccicante di rugiada, odorano le violette, si svegliano, aprendo i rossi bocci, le margheritine.
      Da lungi vedono biancheggiare le pietre del sepolcro dove il pio Giuseppe d'Arimatea avea calato tre giorni innanzi, avvolta nel bianco sudario, la salma del martire divino. L'ora s'avanza, si fa tardi, e le donne affrettano il passo.


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Pagine mistiche
di Jolanda
Editore Cappelli
1919 pagine 168

   





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