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      E bastò una rapida comunicazione col Mistero, con l'Ente supremo, perchè anche la sua mortale parvenza riflettesse lo splendore fulgido dell'anima sua, grande in quel momento, come gli sconfinati cieli.
      Le visioni degli Angeli, dei Messaggeri di Dio, ricorrono spesso nelle Sacre carte e il loro aspetto è sempre lo stesso: luce e candore. Di luce e di candore apparve anche la divina figura del Salvatore agli occhi dei discepoli atterriti dal prodigio che soverchiò, per la violenza della impressione, i loro sensi mortali, così che caddero tramortiti. E le auguste ombre dei profeti che avevano annunziata la sua venuta nel mondo gli aleggiarono intorno come gli emblemi della sapienza e della veggenza eterna.
      Il momento fu veramente divino. E gli uomini attratti nel cerchio mistico dell'estasi, dimentichi, d'ogni dolore e d'ogni miseria, come i puri spiriti fuori del mondo provarono così viva la sublime esultanza che avrebbero voluto durasse quanto la loro vita: «Signore, buona cosa è star quì...» dissero nel loro semplice e rozzo linguaggio; e nell'ingenuità loro pensavano al modo di arrestare l'attimo fuggente con un mezzo materiale: un padiglione, casa e tempio alle venerate figure...
      Ma poi la rivelazione del Divino li fulmina, ed è il Maestro dolce e pietoso che li rianima, che li conforta, che li fa rientrare nella sfera della realtà, del sogno, dell'infinito....
      Più nulla: la fulgida visione è sparita: Gesù nella sua bianca stola parla ancora mite e familiare con essi: ma ciò che intravidero, che compresero, che sentirono in quel rapido volo d'anima nella luce oltremondana, certo quegli uomini non dimenticheranno più.


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Pagine mistiche
di Jolanda
Editore Cappelli
1919 pagine 168

   





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