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      Oh pensiamo spesso, pensiamo sempre, che anche noi abbiamo, nei loro errori, nelle loro infrazioni, la nostra porzione di responsabilità, poichè facciamo parte di questa società civile già da noi accusata, a torto o a ragione, di aridità e di trascuratezza: e la società non potrà mai porre adeguato rimedio ai mali che l'affliggono se ciascuno dei suoi membri separatamente e nella misura delle proprie forze non s'adopererà con spontaneo volere e con coscienza dell'obbligo che gli incombe a vantaggio dei fratelli fuorviati e smarriti.
      XIX.
      Rettitudine.
     
      Fra le parabole che Gesù narrava al popolo per risvegliare la sua attenzione mediante il diletto della fantasia orientale usa a pascersi di leggende e di racconti maravigliosi, una delle più ingegnose e gentili è la parabola de «Le vergini savie e le vergini stolte». In essa è adombrata quella sollecitudine, quella vigilanza che il Maestro riteneva necessarie per l'efficace adempimento dei doveri del cristiano e per l'esercizio fecondo delle virtù. Egli suppone che un signore festeggi le sue nozze e abbia trovato dieci giovanette che, uscendo da casa sua, vadano incontro, per un tratto di via, al corteo nuziale che viene da casa dello sposo. Il festino si faceva di notte, e le giovani dovevano portare un lampioncino acceso. Oltre il regalo in danaro che ricevevano, prendevano parte al sontuoso convito. Nel pensiero di Gesù questa promessa generosa simboleggiava il regno dei cieli, e non tanto nello stretto significato della ricompensa d'oltre tomba, quanto in quello stato d'intima gioia soave che viene con la pace della coscienza, con la purezza della vita e una sincera fede.


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Pagine mistiche
di Jolanda
Editore Cappelli
1919 pagine 168

   





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