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      Nel suo rapido passaggio terrestre, Gesù aveva incontrato molte volte la malvagità, la colpa, l'errore: ed ogni volta la sua mano immacolata si stendeva pacificando, assolvendo, gli atti d'umiltà e di pentimento sincero. Egli aveva raccolto la vergogna salutare della sposa spergiura, le lagrime di rammarico cocente della cortigiana ai suoi piedi, la supplica del malfattore dal patibolo d'infamia, a lui vicino: Egli sapeva, dunque, qual materia preziosa e indispensabile fosse per l'anima il mistico lavacro delle lagrime di pentimento nell'atto d'umiliazione e di riparazione: e qual valida ala per risalire alle sue divine origini era la parola misericordiosa che ammonisce e perdona. «Va, non peccar più» Cristo aveva detto semplicemente all'adultera. «Poichè molto hai amato, molto ti sarà perdonato» assicurava alla Maddalena plorante: e al ladrone crocifisso che si redimeva in un ardente atto di fede, Egli, pur fra gli spasimi del martirio, in un'estrema opera d'amore, diede la sublime promessa: «Oggi sarai meco in Paradiso....»
      Gesù conosceva, quindi, e per innata sapienza e per esperienza, quanto bene, quanto compenso e qual premio fosse nella remissione delle colpe in un atto d'autorità e di pietà insieme: ma sapeva anche che l'anima dell'uomo è cosiffatta nel suo dualismo di bene e di male, di fango e di luce, da provare la necessità spontanea dell'atto d'umiliazione e di pentimento quando una luce improvvisa viene a illuminare nella coscienza l'abbiezione e la miseria in cui era caduta.


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Pagine mistiche
di Jolanda
Editore Cappelli
1919 pagine 168

   





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