Pagina (148/168)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Non crede alla salvezza, al rifugio così vicini. È un inganno, non è il Dolce Consolatore dei cuori! Nè Egli ha potuto udire il nostro richiamo segreto, nè noi meritiamo ch'Egli venga. Ma la voce divina parla alla nostra coscienza e ci rassicura:
      «Non temete: son io».
      «Eccoti dunque, o Signore, - noi rispondiamo tremando nell'intimo del cuore. - Tu hai, dunque, udito il mio appello! Tu hai compreso che avevo tanto bisogno di te: che le onde sbattono la mia fragile navicella e che nessun soccorso umano potrebbe venirmi; che non lo speravo e che non osavo credere che Tu venissi a me, indegno.... Ma, lo vedi, ancora non posso affrancarmi, ancora il mio peso mortale mi vieta di ricoverarmi nelle tue braccia divine. Compi il miracolo, Signore: fa che io misero, debole, inetto, possa attraversare al sicuro le onde delle passioni e raggiungerti....
      E Gesù dice:
      «Vieni.»
      L'anima nostra si rende giubilante all'invito, ma a mezzo del cammino s'impaura. La vita con le sue passioni, coi suoi istinti, scava il vortice sotto i nostri passi. La volontà piega, la fede ci vien meno. L'immagine di Colui il cui esempio dobbiamo seguire, accanto al quale dobbiamo rifugiarci, pare s'allontani di nuovo, ora proprio che più avremmo bisogno di lui.
      Certo, certo, il mare tempestoso della vita ci travolgerà tra i suoi flutti. La tempesta rugge e si scatena, e noi lanciamo un ultimo grido d'angoscia, e quel grido è una preghiera:
      - Salvami, Signore!
      Allora, di nuovo, la voce divina si fa strada tra l'infuriare degli elementi, tra i tumulti del dolore e dell'affanno, ed è un rimprovero dolce per la nostra fede languente:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Pagine mistiche
di Jolanda
Editore Cappelli
1919 pagine 168

   





Dolce Consolatore Gesù Colui