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      Influisca pure questo rito sulle azioni della nostra giornata: siano esse tutte pure, tutte rispondenti alla nostra religione sublime.
      E l'incenso che viene usato nelle cerimonie festive solenni, raffigura gli onori e l'omaggio da noi resi alla divinità ed anche il profumo delle virtù cristiane. Ne risentano le nostre parole di quel giorno segnatamente, e siano tali da esprimere lode a Dio e da confermare la nostra derivazione dal Maestro divino.
      Finalmente la processione, che è simbolo della Chiesa e d'ogni anima che con la lampada accesa muove incontro allo Sposo Celeste, valga a rammentarci di non lasciare mai che si spenga nel nostro cuore la luce della fede e della verità: la chiaroveggenza della nostra vita interiore. Udite l'ispirata preghiera che una forte e chiara mente cristiana scrisse perchè si recitasse innanzi all'altare nei giorni di festa:
      «Fin dai primi anni, Signore, l'ho visto, velato d'incenso, l'altare risplendente, mentre per le volte del Tempio si velano di quelle note, prima quasi esitanti, e che poi salgono in un crescendo sonoro, potente, come ad uno scoppio d'armonia osannante. Da allora, molte ombre sono passate nella mia anima, molte tempeste hanno agitato il mio spirito. Eppure sempre con un fremito ho riveduto l'altare, risplendente nella nube che a te sale, ho riudito il canto gaudioso del popolo prosternato, e, in un muto, ardente assenso di tutto l'essere, ho piegato le ginocchia, ho chinato la fronte.
      «Signore, una volta di più accogli l'adorazione mia, trepida innanzi al Mistero, la commozione di fraternità che mi prende tra questa folla che la fede eguaglia ed unifica dinanzi a Te. Dammi che dall'anima mia tutto non dilegui, che nella vita d'ogni giorno, fra i doveri gravi, le passioni rinascenti, gli intimi squallori, qualche cosa di quest'ora rimanga: richiamo, aiuto, custodia».


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Pagine mistiche
di Jolanda
Editore Cappelli
1919 pagine 168

   





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