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      2° La identificazione della condotta giusta, oggetto dell'Etica assoluta, col tipo di condotta che egli pone come proprio del limite dell'evoluzione.
      Ora, benché nel pensiero dello Spencer le due tesi siano solidalmente connesse, e la seconda sia nel quadro del sistema la fondamentale e quella che legittima e rende possibile ad un tempo la sua costruzione, non è difficile vedere come da un punto di vista critico esse possono e debbono essere considerate a parte. La prima, infatti, formula una veduta metodica; la seconda esprime la speciale applicazione che di quella veduta metodica lo Spencer ha creduto di fare. In altri termini, è astrattamente possibile riconoscere che il tipo ideale dell'uomo giusto non possa determinarsi se non in relazione con una società giusta e che per determinare la condotta giusta relativamente a certe condizioni reali, sia necessario aver prima riconosciuto quale sarebbe la condotta giusta in condizioni idealmente supposte, anche se non si accetta che il tipo ideale di condotta giusta possa essere concepito in quella forma e su quel fondamento che lo Spencer crede di dovergli assegnare.
      Anzi io penso che la veduta espressa nella prima tesi non solo si possa, ma si debba accettare come legittima e necessaria, e che in essa si racchiuda come in germe un concetto fecondo. Certo, credo, se una scienza normativa morale è possibile, è possibile per quella via; e i difetti della costruzione etica dello Spencer nascono non dall'averla seguita, ma piuttosto dall'essersene allontanato.


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La dottrina delle due etiche di H. Spencer e la morale come scienza
di Erminio Juvalta
pagine 87

   





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