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      Ma che i figli del contadino non abbiano la possibilità di venire istruiti o educati, non dipende dalla costituzione fisica e mentale loro propria, ereditata o no, ma dipende da una inferiorità sociale, la quale toglierebbe ad essi questa possibilità anche se la loro costituzione fisica e mentale fosse attissima a questa cultura. Ora, mentre l'analogia della selezione biologica importerebbe che i figli del contadino al pari di quelli del lord potessero porsi allo stesso cimento, salvo a ricavare dalle loro rispettive capacità e sforzi frutti maggiori o minori, la diversità delle condizioni sociali esclude gli uni dalla gara e toglie non solo la necessità ma la possibilità che l'opera di selezione si rinnovi tra i superstiti di ogni nuova generazione sull'unico fondamento delle loro rispettive attitudini e attività. Sul che non è necessario insistere dopo le critiche note e ripetute; ma valga l'accenno per rilevare che a torto lo Spencer identifica colla inferiorità biologica, o, meglio, costituzionale, l'inferiorità che deriva dalle condizioni sociali, e crede che possa valere a giustificare le conseguenze della seconda lo stesso fine che invoca a giustificare le conseguenze della prima. Perché la limitazione alla sfera dei beni conseguibili che è imposta da condizioni esteriori è cosa affatto diversa dalla limitazione che nasce dalla capacità e dalle doti intrinseche; e se questa è giusta, posto che si prenda per fine superiore a ogni altro l'elevazione della specie (e dato che ne sia condizione), quella è giusta soltanto se si considera come fine superiore quella certa forma di cooperazione sociale che la rende necessaria.


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La dottrina delle due etiche di H. Spencer e la morale come scienza
di Erminio Juvalta
pagine 87

   





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