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      Poiché insomma si tratta di vedere se e in quali condizioni sussiste e può esplicarsi una certa quantità - per quanto non determinata o non determinabile - di energia psichica. E la costruzione ispirata dalla esigenza esecutiva non fa altro appunto che appropriarsi quel tanto di energia psichica, se è data e nella misura in cui è data nelle credenze; ed è una vanissima illusione il credere che sia la costruzione stessa che dà o che fonda un motivo di qualsiasi specie. L'attribuire a una costruzione dottrinale, sia metafisica, sia scientifica, il compito di far volere un fine, che non sia già, per sé o per qualche suo effetto, voluto, o di rendere esecutorio un precetto, è qualche cosa di non meno assurdo che pretendere dalla meccanica che generi un movimento, o rimproverare alla chimica di non essere alchimia.
      La legittimità della distinzione affermata è, in tesi astratta e generale, Cosí evidente che può esser parsa eccessiva l'insistenza nel dimostrarla; ma questa insistenza era nel caso nostro necessaria, perché appunto nella morale questa separazione non è chiara, e sono confusi insieme due ordini di problemi che debbono essere distinti.
     
      2.
     
      Il processo al quale si riferiscono e sul quale si fondano le considerazioni fatte fin qui, è il processo logico o teorico di una trattazione etica iniziata e condotta dal pensiero riflesso come ex novo e, come si dice, a caso vergine. Assumendo l'ipotesi che fosse giustificata e determinata la norma morale all'infuori di ogni preoccupazione della sua osservanza, si è implicitamente supposto che il procedimento da seguire sia questo: 1° Porre il fine; 2° Determinare la norma richiesta da questo fine; 3° Determinare in base ai dati psicologici quali siano i fattori soggettivi richiesti dall'osservanza della norma.


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Prolegomeni a una morale distinta dalla metafisica
di Erminio Juvalta
Einaudi Editore Torino
pagine 61

   





Porre Determinare Determinare