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      Cominciamo dalla unificazione obiettiva: Il fondamento dell'obbligazione è, d'accordo, anzi per ispirazione della credenza, posto in un Potere sommo che impone agli uomini la norma assunta come morale. Quello stesso Potere sommo, in quanto è concepito come Somma Intelligenza e Somma Bontà, è il principio della giustificazione. La norma obbliga perché è voluta da un Potere irresistibile; la norma è giusta perché è stabilita da una somma Sapienza che è ad un tempo somma Bontà. Da Dio viene l'obbligo, e da Dio viene la giustificazione della norma, cioè la bontà del fine umano, al quale la norma appare nell'ordine fenomenico ispirata.
      In questa soluzione, che io ho esposto nella forma piú semplice, l'esistenza di Dio fornisce ad un tempo la giustificazione ultima della norma e il fondamento dell'obbligo; ma non è difficile vedere che alle due esigenze corrispondono due principî, unificati bensí, per la credenza, in un medesimo Ente, ma che rimangono tuttavia, malgrado ogni sforzo dialettico, distinti, e portano con sé attraverso alle elaborazioni piú complesse la traccia delle due esigenze diverse a cui soddisfano3. Non si può ricavare dalla Volontà Onnipotente il principio della giustificazione senza postulare che la Volontà Onnipotente è nello stesso tempo Somma Bontà; né inversamente ricavare dalla Somma Bontà il fondamento dell'obbligo senza postulare che la Somma Bontà è nello stesso tempo Volontà Onnipotente.
      Basta richiamare la storia della speculazione teologico-morale per averne la riprova.


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Prolegomeni a una morale distinta dalla metafisica
di Erminio Juvalta
Einaudi Editore Torino
pagine 61

   





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