Pagina (48/61)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      2. Ammesso che si possa, a che può servire? Se la condotta determinata nell'ipotesi è la condotta dell'homo iustus in una societas iusta, la legge che ne formula le regole che valore normativo può avere per condizioni di esistenza diverse dalle supposte? Cominciamo da questa seconda.
     
     
     * * *

     
      Ho accennato, poco piú su, alla distinzione dello Spencer tra Etica assoluta ed Etica relativa, approvandone se non l'applicazione, il concetto. Una distinzione di questo genere è già, chi bene osservi, per la forza stessa delle cose, in parte almeno, riconosciuta e praticata comunemente nei giudizi sulla condotta morale; benché con criteri empirici parziali e incerti, facilmente falsati ad opportunismo, e perciò come per tacita convenzione dissimulati. Colla necessità ammessa in realtà, se non a parole, di una tale distinzione tra un'Etica pura e un'Etica applicata si connette il valore normativo dell'ipotesi abbozzata, che ne rende possibile, giustificandola, una determinazione razionale.
      In conformità a quanto si è precedentemente detto, soltanto la norma che risponde alle condizioni ideali dell'ipotesi può essere giusta del tutto e per ogni rispetto; ossia puramente o idealmente giusta. Ne segue che qualsivoglia norma diversa da questa, anzi essa medesima applicata in condizioni diverse dalle supposte e che ne rendano impossibile l'universalità, non può essere che piú o meno ingiusta. E poiché le condizioni reali sono infatti diverse, cioè necessitano una condotta o da parte della società o da parte dei singoli diversa da quella pienamente giusta, si domanda: Quale sarà in tali condizioni la condotta meno ingiusta, ossia giusta relativamente?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Prolegomeni a una morale distinta dalla metafisica
di Erminio Juvalta
Einaudi Editore Torino
pagine 61

   





Ammesso Spencer Etica Etica Etica Etica