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      La condotta che col criterio indicato si stabilisce e si giustifica come relativamente giusta č la condotta che un uomo ragionevole deve giudicar tale, se accetta, e ammesso che accetti, quel postulato. La giustificazione razionale dal punto di vista umano si arresta qui. Ogni questione al di lā oltrepassa i limiti di una trattazione scientifica. Se una vita universalmente desiderabile sia il fine relativo, dietro al quale si nasconde o si rivela un Fine assoluto, che sia la ragione ultima di ogni bene; se e come la coscienza possa apprenderlo o intuirlo, e come possa volerlo per sé, sono questioni metafisiche che rimangono, ma la cui soluzione non pregiudica la validitā delle determinazioni fondate su quel postulato, quando esso sia praticamente accettato. In tal caso esse hanno valore e autoritā di norme buone rispetto alla vita umana finita, qualunque sia la soluzione che si dā a quei problemi metafisici. In un modo analogo a quello col quale le conclusioni scientificamente provate hanno valore di cognizioni vere qualunque sia la soluzione che si dā ai problemi sulla natura ultima dell'oggetto pensato, sulla natura ultima del soggetto pensante e sulla natura ultima della conoscenza. E il parallelismo tra i due ordini di problemi č tutt'altro che casuale.
     
     
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      Ed ora č anche facile vedere come con questi problemi metafisici che si riferiscono all'esigenza giustificativa, si colleghino, richiamandoli, quelli che si riferiscono all'esigenza esecutiva.


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Prolegomeni a una morale distinta dalla metafisica
di Erminio Juvalta
Einaudi Editore Torino
pagine 61