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      Se la norma riconosciuta come giusta obblighi assolutamente; in che modo si faccia valere nella coscienza come obbligo, e in che modo sia possibile l'osservanza incondizionata di quest'obbligo assoluto, sono questioni che si intrecciano con quelle, e che la credenza risolve identificando il Sommo Bene col Potere obbligante, il riconoscimento del Bene coll'obbligo assoluto, la facoltà di obbedire a quest'obbligo colla libertà di volere o non volere quel Bene7.
      Ma di una credenza metafisica non si può dare in ultimo nessuna giustificazione, che non sia dal punto di vista razionale inadeguata, e dal punto di vista religioso irriverente. Perché ogni giustificazione si riduce ad una valutazione della credenza rispetto a un fine umano, sia pur questo fine il massimo; cioè si riduce necessariamente a dare all'assoluto un valore relativo. E allora le credenze metafisiche sono ricondotte nell'ambito di una relazione condizionale coi fatti umani, e considerati come fattori nella produzione di certi effetti.
      Da questo punto di vista (che è, in fondo, se non si ha paura delle parole, utilitario, benché comunemente questa parola sia presa in un senso assai diverso e piú limitato), ciò che in un dato momento di sviluppo della coscienza morale importa soprattutto determinare, non è se esistano obiettivamente i dati delle credenze metafisiche, ma come siano e quali attributi abbiano; non è l'esistenza, ma è la natura degli oggetti. Ed è perciò che nel rispetto morale i problemi metafisici riguardano piú che l'esistenza di Dio o dell'Assoluto, gli attributi della Divinità e la coesistenza di questi attributi.


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Prolegomeni a una morale distinta dalla metafisica
di Erminio Juvalta
Einaudi Editore Torino
pagine 61

   





Sommo Bene Potere Dio Assoluto Divinità