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      In fondo è la società la quale cerca di reagire nei suoi ordinamenti costituiti modificandoli in modo da diminuire la pressione e la limitazione che esercitano sugli individui; ossia viene a riconoscere a ciascuno in quanto è membro della società, certi diritti; e riconoscere dei diritti ai singoli, non è aumentare quelli della società come corpo organizzato, ma piuttosto il contrario. - Se poi si riesca o no nello scopo, e se la via tenuta sia buona, è tutt'altra questione -.
      6 Per ragioni dello stesso genere e con criteri analoghi si avrà un'Etica pura della simpatia e un'Etica applicata della simpatia distinte del pari ciascuna in due parti, riguardanti rispettivamente le esigenze obiettive e le esigenze subbiettive della solidarietà, prima nelle condizioni ideali, poi in determinate condizioni reali. Ma l'Etica applicata della simpatia incontra difficoltà ancora maggiori di quelle accennate per l'Etica applicata della giustizia. Perché in condizioni di esistenza parzialmente ingiuste, l'applicazione di certe norme, che in condizioni ideali sarebbero una esplicazione della simpatia, esprime piuttosto un'esigenza della giustizia; perché corrisponde al bisogno di rimediare almeno parzialmente agli effetti di condizioni ingiuste.
      7 Non occorre far menzione distintamente della credenza in un'altra vita, perché essa è un corollario delle credenze nella Onnipotenza e Bontà di Dio, e nella sostanzialità dello Spirito-Noumeno come principio che è fuori della causazione naturale fenomenica.


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Prolegomeni a una morale distinta dalla metafisica
di Erminio Juvalta
Einaudi Editore Torino
pagine 61

   





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