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      Cosí anche questa affermazione o posizione di valori nuovi(8), non importa qui cercare da quale concorso di circostanze interiori od esteriori suscitata o svincolata, non č la conclusione di un'indagine scientifica o filosofica, ma č un penetrare o un irrompere della coscienza morale nella corrente del pensiero riflesso; che non li dā esso, ma li accoglie; li illumina, ma non li crea.
     
      b) Il fondamento cercato in una volontā.
      La forma di precetto imperativo nella quale si traduce l'esigenza di conformare l'azione al giudizio morale fa considerare la moralitā come l'adempimento di un obbligo e questo come l'obbedienza a un'autoritā inconcussa e indiscutibile.
      A questo momento della moralitā corrisponde la tendenza a cercare il fondamento del valore morale stesso in un Potere (che, in quanto si esercita in vista di un fine o in conformitā a una norma, č Volere) immanente o trascendente, personale o soprapersonale, del quale i giudizi morali esprimono i comandi.
      L'autoritā della coscienza morale rispecchia l'autoritā di quel potere, e risuona l'eco di quel comando nel tono imperativo dei suoi precetti.
      Ora qui č necessario sgombrare il terreno dagli equivoci che nascono dal trasportare un medesimo termine da uno ad altri concetti connessi ma diversi, o dal costringere in un solo concetto momenti distinti di un processo psicologico complesso.
      Quando si parla del dovere, come di una caratteristica della valutazione morale, si cade in un equivoco di questo genere. Il dovere non č dovere di valutare, ma di conformare l'azione alla valutazione.


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Il vecchio e il nuovo problema della morale
di Erminio Juvalta
Einaudi Editore Torino
1945 pagine 103

   





Potere Volere