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      Diconsi buoni que' fini che sono necessariamente approvati da ognuno e che ponno essere al tempo stesso i fini di ciascuno.
     
      9. L'uomo può essere guidato, disciplinato, istruito in modo affatto meccanico, ed illuminato veramente. Si guidano i cavalli, i cani, e si può guidare anche gli uomini.
      Ma non basta guidare i fanciulli; preme massimamente ch'essi imparino a pensare. Occorre badare ai principii dai quali derivano tutte le azioni. È dunque manifesto quante cose richiede una vera educazione! Ma nell'educazione privata la quarta condizione, che è la più importante, viene per lo più assai trascurata; poiché insegnasi ai fanciulli ciò che stimiamo essenziale, e intanto si lascia la morale al predicatore. Ma non è forse importante d'insegnare ai fanciulli a odiare il vizio, non per la semplice ragione che Dio l'ha proibito, ma perché di natura sua è spregevole! Altrimenti e' si lasciano indurre nel vizio, pensando che il male potrebbe esser lecito se Dio non l'avesse vietato, e che si può far benissimo una eccezione a favor loro. Dio, ch'è l'essere sovranamente santo, non vuole se non ciò ch'è buono. Egli vuole che noi pratichiamo la virtù per il suo valore intrinseco e non perché Ei lo comandi.
      Noi viviamo in un'epoca di disciplina, di cultura e di civiltà, ma che non è ancora quella della moralità vera. Nelle presenti condizioni si può dire che la felicità degli Stati cresce di pari grado colla infelicità degli uomini. E non si tratta ancora di sapere se noi saremmo più felici nello stato di barbarie, dove non esiste tutta questa nostra cultura, che nello stato presente.


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La pedagogia
di Immanuel Kant
Paravia Torino
1925 pagine 96

   





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